venerdì 26 settembre 2014

La Stella del Nord - Le Avventure di Jolanda La Figlia del Corsaro Nero

Racconto breve di 32 pagine seguito da un catalogo illustrativo (circa 190 pagine) di opere del Self-Publish 
Jolanda di Ventimiglia, figlia del cavaliere Emilio di Ventimiglia e della duchessa Honorata Wan Guld, è stata fatta schiava mentre era in rotta per raggiungere le colonie spagnole. 
Ad ordinare il rapimento della fanciulla è stato il Conte di Medina e Torres, figlio illegittimo del duca Wan Guld e di una marchesa messicana, smanioso di possedere la bellissima fanciulla, fosse anche con la forza, e di impossessarsi, tramite il ricatto di non uccidere la giovane, dei cospicui beni del padre. 
A liberarla è Henry Morgan, ex luogotenente del Corsaro Nero, che, per conto dell’Inghilterra, assale le navi spagnole con la sua veloce e ben armata Folgore, una fregata a tre alberi, armata di trentasei cannoni di grosso calibro, fra cui alcuni pezzi da caccia e montata da ottanta uomini che nulla temono. 
I due si sposano, ma Jolanda non è fatta per una vita da casalinga, così chiede a Henry Morgan, suo marito, di poter avere una nave propria e di poter essere anch’ella una Corsara. Morgan l’accontenta. 
Il racconto che segue è una delle sue avventure. 
Bruce Wayne, scrittore di romanzi di avventure è un grande ammiratore di Emilio Salgari e con questo racconto lungo, remake di una avventura di Morgan il Pirata, inizia le avventure di Jolanda di Ventimiglia, la Figlia del Corsaro Nero, dopo che ha sposato Henry Morgan. 
Racconto d’avventure venato da un sottile, impalpabile, erotismo.

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Alcuni Brani per Illustrare lo Stile del Racconto


Dal Capitolo Primo
Jolanda e i suoi invincibili filibustieri avevano espugnata la città dopo una giornata di combattimento accanito.
Puerto la Mar, dove si riteneva al sicuro la guarnigione che la Spagna aveva mandato a presidiare l'isola di Nueva Esparta, più tardi chiamata S. Margherita, per farne una piazzaforte avanzata contro la rovinosa invadenza delle navi corsare, terrorizzanti il Mar delle Antille, era caduta, benché le truppe fedelissime avessero lottato con ardore e coraggio senza pari.
Sul piccolo forte — robusto nei suoi bastioni e terrapieni, nei suoi tre torrioni d'angolo e negli speroni massicci — alto sulla cima del promontorio posto a guardia del porto profondo, sventolava la bandiera nera dei pirati del mare, accanto a quella rossa e azzurra del loro capitano Jolanda di Ventimiglia.
Dal Capitolo Secondo
La voce della giovane fanciulla, il fascino che emanava dalla sua persona, infiammò il sangue del Vandeano come un forte liquore. Stava per fare una richiesta ardita, quando si ricordò di chi fosse moglie Jolanda di Ventimiglia e ringraziò il cielo di non aver dato parola al pensiero che gli aveva attraversato il cervello accaldato e irragionevole.
Non era la sua anima che egli desiderava. Era la carne di lei che desiderava. Quel corpo flessuoso, quei seni morbidi, quella bocca umida e sensuale. La bellezza di lei gli riempiva il cervello di pazzia.
Dal Capitolo Terzo
Jolanda aveva assistito facendo gesti di furore alla strana manovra, mentre tutti i filibustieri sulla costa guardavano ammirati e sgomenti alla fuga miracolosa della Stella del Nord. Anche la squadra spagnola, che certo non si aspettava simile manovra, e solo all'ultimo momento si era accostata per impedire la fuga, pareva anch'essa disorientata.
Continuava a cannoneggiare furiosamente la caravella corsara, con poco profitto data la distanza e i fulminei viraggi di questa. Ma quando la vide allontanarsi al largo, staccò uno dei suoi navigli d'alto bordo, la corvetta, che alzò tutte le vele, gettandosi risoluta all'inseguimento. In breve scomparvero ambedue dietro il promontorio che chiudeva il golfo.
Dal Capitolo Quarto
Un segnale convenuto disse a D’Argnac ch'era tempo di iniziare la sua azione. Ed allora, avendo già preparato i cannoni e varie cataste di legna sulla spiaggia, i pochi bucanieri cominciarono un fuoco infernale contro le navi della squadra, scaricando insieme anche gli archibugi, e facendo un baccano tremendo, come se tutto il grosso dei difensori si fosse messo in moto.
Nel tempo stesso le cataste di legna venivano accese, gettando vivide luci sul greto. I bucanieri passarono e ripassarono di corsa dinanzi ai fuochi, dando l'illusione di una grossa truppa che facesse le evoluzioni.
Dal Capitolo Quinto
Le gigantesche onde la denudarono della camicetta che aveva dimenticato di allacciare. Stette a torso nudo nella luce rosseggiante dei lampi. Era slanciata e bianca simile ad una ninfa uscita per respirare dal verde dell'oceano, e restò del tempo con la testa gettata all'indietro, le braccia stese in alto, come invocando qualche spirito lassù fra le stelle.
Per l’Irlandese fu una visione d’incanto, mentre Ella disfaceva i suoi lunghi capelli saturi d’acqua. La tempesta aveva rinfrescata l'aria, e il tonico della frescura, con l’aspro profumo della salsedine le aveva indurito i capezzoli, facendo danzare il sangue dell’uomo nelle vene.
Dal Capitolo Sesto
I filibustieri, trascinati dall'esempio, risposero con un'ovazione e si affrettarono tutti ai loro posti. In pochi istanti la navicella era pronta ad ingaggiare il combattimento.
Con febbrile premura alcune vele di ricambio furono portate sul ponte e adattate agli alberi. Fasci di sciabole e sciaboloni uscirono dal boccaporto. I quattro cannoni della tolda furono slegati e messi in caso di servire al loro compito. Conor e il mozzo erano da per tutto, aiutando, consigliando, mentre Jolanda si teneva pronta presso la ribolla del timone.
La nave spagnola aveva avvistato il naviglio filibustiere e un colpo di cannone a salve era stato sparato, mentre la bandiera di Castiglia saliva sul picco della randa.
Chiedono i nostri colori — tradusse Conor.

Facciamoglieli vedere — rispose Jolanda.

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